Cattivi presagi (biblioteca del giallo) (Italian Edition) by Alessandra Pepino

Cattivi presagi (biblioteca del giallo) (Italian Edition) by Alessandra Pepino

autore:Alessandra Pepino [Pepino, Alessandra]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-12-22T16:00:00+00:00


Capitolo 25

19 giugno 2013

Ore 16:59

«Buonasera, signora Saviano. Siamo l'ispettore Guerra e l'agente Rizzo. Innanzitutto, condoglianze per la perdita di sua sorella. Siamo venuti per farle qualche domanda».

«Prego, entrate pure. Mi scuso se non sono venuta io da voi».

«Non si preoccupi, signora, siamo al corrente del suo problema di salute».

«Posso offrirvi un tè freddo, un caffè?»

«Un caffè andrà benissimo, grazie».

La donna si avviò verso la cucina a vista e accese il fuoco sotto la macchinetta già pronta, sopra il fornello.

«Avete scoperto qualcosa?»

«Ancora niente» ammise il poliziotto, accomodandosi sul divano. «La situazione è piuttosto ingarbugliata. Dai rilievi fatti sul luogo del delitto pare proprio che l'assassino non abbia lasciato tracce né impronte, per non parlare di tutto il tempo in cui sua sorella è rimasta… sì, insomma, bagnata dalla pioggia».

«Non si preoccupi, ispettore, parli pure liberamente, non abbia paura di turbarmi. Mia sorella non era già più lì, quello era solo il suo involucro. La sua anima era già volata via, da qualche altra parte».

Costanza era di spalle, ma la voce spezzata tradiva tutta la sua emozione.

«Lei da chi è stata avvertita, signora?»

«Da mio cognato, Attilio Fierro».

«Era da molto che non vedeva Benedetta?»

«Da appena qualche giorno. Era venuta a trovarmi, dopo tanto tempo. Sa, mia sorella non condivideva il mio modo di affrontare la malattia. Però mi voleva bene».

«Come le parve quando venne a trovarla?»

Costanza si bloccò, come per raccogliere i pensieri.

«Era molto strana, qualcosa la tormentava, me ne sono resa conto non appena l'ho guardata in faccia».

«Le ha detto di cosa si trattava?»

«Vede, ispettore, mia sorella era una persona particolare. Aveva un carattere poco comune, ma sotto la scorza da dura si nascondeva un animo fragile, sensibile. Aveva scoperto di essere incinta e la cosa l'aveva mandata in crisi. Non sapeva cosa fare e mi creda se le dico che era la prima volta, in tutta la mia vita, che la vedevo davvero in difficoltà. Voleva che la consigliassi su come comportarsi, ma io non credo di esserle stata molto d'aiuto: mi sono limitata a dirle che avrebbe dovuto pensarci bene, qualsiasi decisione avesse preso».

«Non era contenta di aspettare un bambino?»

«Non è questo» rispose la donna, versando il caffè nelle tazze. «Non credo di svelarvi nessun mistero dicendovi che Benedetta ha avuto per mesi una relazione extraconiugale che aveva troncato da poco; tuttavia non aveva la certezza di chi fosse il padre del bambino. Zucchero?»

«Un cucchiaino, grazie. Lei chi avrebbe voluto che fosse?»

«E chi può dirlo! Benedetta era un enigma, anche per me. Voleva bene a suo marito, ma non lo amava abbastanza. Era legata anche al suo amante ma era infastidita dalla sua insistenza. Era come dilaniata».

«Tra l'amante e il marito?»

«Tra se stessa e quel figlio che stava impossessandosi giorno dopo giorno della sua vita».

«Che può dirmi del signor Ierace?» domandò l’ispettore, prendendo un sorso di caffè. «Non si era rassegnato alla fine del loro rapporto?»

«Benedetta mi parlava di una vera e propria ossessione. Quell'uomo non riusciva ad accettare di essere stato estromesso così dalla sua esistenza. Mia sorella sapeva fare questo effetto, sugli uomini.



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